Il 7 giugno è stato raggiunto l’accordo politico tra Parlamento europeo e il Consiglio dei Ministri Ue sulla cosiddetta Direttiva “Women On Board”, che mira a migliorare l’equilibrio di genere tra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate. È l’importante traguardo di un lungo cammino, iniziato 10 anni fa con la prima proposta presentata dalla Commissione europea, rimasta però a lungo bloccata in seno al Consiglio.
Dopo l’approvazione formale da parte del Parlamento europeo e Consiglio dei Ministri Ue, la direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
Le Istituzioni europee hanno riconosciuto che sono ancora troppe le lacune nella rappresentanza femminile nelle posizioni di alto livello, anche nei consigli di amministrazione delle società, nonostante l’alto numero di donne qualificate in tutta Europa (circa il 60% di tutti i laureati). La Direttiva, con l’intenzione di accelerare il processo per raggiungere la parità di genere, stabilisce che le società dell’UE quotate nelle borse europee dovranno raggiungere la quota del 40% del sesso sottorappresentato tra gli amministratori senza incarichi esecutivi e del 33% tra tutti gli amministratori. Le società dovranno inoltre garantire la trasparenza delle procedure di nomina nei consigli d’amministrazione e che la valutazione dei candidati sia obiettiva e basata sul merito, indipendentemente dal genere.
L’Italia, con ha introdotto nel proprio ordinamento nel 2011 la legge Golfo-Mosca sulle quote di genere nelle società quotate, ha sempre sostenuto il processo di approvazione della Direttiva, che fissa obiettivi vicini a quelli che il nostro Paese è riuscito a raggiungere negli ultimi anni. L’accordo raggiunto ieri è il frutto di un intenso negoziato europeo riavviato negli ultimi mesi, a cui ha attivamente preso parte il Dipartimento per le pari opportunità su impulso della Ministra Bonetti.